Come aprire uno studio di architettura e trovare committenti di qualità?

Un articolo su “come aprire uno Studio di Architettura e fare progetti più interessanti” è forse la richiesta più PRESSANTE che ricevo dagli architetti sotto i 40. 

Ho chiesto a 10 professionisti e imprenditori del settore dell’architettura di rispondere a questa semplice domanda:

Quali sono i tre migliori consigli per aprire uno studio di Architettura e trovare committenti di qualità?

Quelli che stai per leggere sono i contributi di persone speciali, che hanno accettato di condividere con te i princìpi cardine delle loro attività.


Andrea Costa – Xlam Architectures

andrea-costa-ingegnereI miei tre consigli su come aprire uno Studio di Architettura:

1) Scegliere un’attività specifica tra tutte quelle che fanno parte del nostro bagaglio professionale, e farla diventare il “cavallo di battaglia” (ovviamente deve darci degli stimoli, deve piacerci!);

2) scegliere il “cavallo di battaglia” tra i temi di attualità nel mercato dell’architettura, design e professioni tecniche;

3) più che “trovare clienti di qualità”, è importante “farsi trovare” attraverso una reputazione facilmente reperibile sul web.


Andrea Langhi – Andrea Langhi Design

andrea-langhi-designNon so quanto sia giusto dare consigli senza sembrare supponente.

Quindi facciamo così: io dico quello che penso su come aprire uno Studio di Architettura e trovare buoni clienti, e poi ognuno è libero di fare come vuole!

Il primo “consiglio” è quello di

1 – FOCALIZZARSI

Lo so che veniamo tutti dalla scuola di Nathan Rogers per cui un architetto può progettare tutto, “dal cucchiaio alla città”…

ma questa “apertura mentale”, che è una delle prerogative migliori degli architetti, non può diventare “posso progettare di tutto ma in realtà non so progettare niente!”

(eddai, chi di voi può dire “io SO progettare di tutto“?).

Scegliere la propria strada significa fare chiarezza prima di tutto per noi stessi, e poi per i nostri clienti, che sapranno a chi rivolgersi.

2 – ACQUISIRE COMPETENZE

Una cosa fondamentale per ottenere risultati è “sapere fare qualche cosa”.

Per progettare un cucchiaio servono competenze diverse che per progettare una città!

Spesso si pensa che il mestiere dell’architetto consista nell’ “avere idee”.

No.

Il mestiere dell’architetto consiste nell’ “avere idee” ma anche “la capacità di realizzarle!”

Per farlo occorrono competenze di tipo tecniche, normative, di materiali, tecnologiche…

Quindi bisogna formarsi.

Continuamente.

3 – FARE MARKETING

Parola difficile, “marketing”. Inflazionata, usata a sproposito e soprattutto “odiata” dagli architetti, che di solito la traducono in “sapersi vendere” dando a questo un connotato negativo.

Invece proviamo a ribaltare la questione.

Noi non siamo “artisti” che possono lavorare chiusi nei loro loft, esprimendo la loro arte indifferenti al giudizio del mondo… (e molti quindi muoiono di fame, salvo poi venire celebrati post mortem…)

Per fare il nostro lavoro abbiamo bisogno di clienti.

I clienti che vogliamo sono quelli che hanno un bisogno o un desiderio che noi possiamo aiutare a soddisfare o risolvere.

Quindi, “sapersi vendere” non significa sminuire il nostro lavoro, convincere la gente con tecniche ipnotiche, ammaliarli con il nostro vaniloquio…

Invece, significa semplicemente proporre alle persone la soluzione che vanno cercando nel modo giusto.

Per questo occorre mettere insieme tutti questi punti e dire:

  • COSA SO FARE?
  • QUELLO CHE SO FARE PUÒ ESSERE UTILE A QUALCUNO?
    (al punto che sia disposto a pagarmi per ottenere il mio aiuto?)
  • COME POSSO FARGLI SAPERE CHE LO POSSO AIUTARE?
    (meglio o in modo più efficace di chiunque altro?)

Rispondete a queste 3 domande e avrete una carriera ricca di successi davanti a voi.


Carlo Pagliai – Studio Tecnico Pagliai

carlo-pagliaiDomanda di alto valore e grado di difficoltà.

Parto da una premessa importante: i grandi professionisti che hanno fatto grandi opere hanno avuto grandi committenti.

Questa filiera ha un comune denominare: una visione di grandezza.

Quindi il primo consiglio è quello di sviluppare da subito una visione e coltivarla con costanza.

Da qui passiamo al secondo punto e relativo consiglio: nella nostra formazione scolastica e universitaria italiana la psicologia è ignota nei piani di studi, quando invece è una disciplina vitale per capire efficacemente sé stessi e anche la committenza.

Pertanto, ne raccomando lo studio da effettuarsi in parallelo a quelli formativi (ci sono molti corsi validi anche per i non addetti).

Noi progettiamo costruzioni, ma in verità realizziamo le emozioni dei committenti. L’architettura è e rimarrà una materializzazione di un immagine mentale, e quindi psicologica.

Concludo col terzo e ultimo consiglio: adottare fin dagli studi un approccio interdisciplinare, mantenendo sempre attiva la sete di curiosità del nostro bambino interiore.


Luca Stortoni – Paris Render

luca-stortoniCiao Gabriele, sarò sintetico nel rispondere alla tua domanda.

Tu mi chiedi come aprire uno Studio di Architettura, e io direi intanto che è importante, prima di mettersi in proprio, avere la giusta esperienza.

E’ importante affinare le giuste capacità in uno studio qualificato, possibilmente seguendo le orme di un tutor di cui si ha stima.

Successivamente, consiglierei di radunare forze ed energie ed affinare un proprio “modus operandi” che sia affine alle proprie qualità e capacità e al proprio modo di lavorare (e quindi di essere).

Per trovare clienti invece, il metodo più efficace è un buon passaparola e un buon feedback di clienti soddisfatti e contenti.

Quindi il consiglio è di mettercela tutta sempre, senza trascurare nessuno e senza prendere sotto gamba mai nessun lavoro, anche quello più piccolo o più facile o per il cliente meno simpatico.

Se invece mi chiedi quali sono le tre carte su cui puntare per “riuscire”, ti posso dire che i punti sui quali io faccio più affidamento e che considero condizioni necessarie ed essenziali per poter svolgere bene il mio mestiere sono:

  1. Affidabilità: nell’essere sempre operativi e disponibili in qualsiasi situazione senza lasciare mai – e per nessuna ragione (anche se giustificata e giustificabile) – il cliente in “braghe di tela”;
  2. Trasparenza: quindi onestà assoluta;
  3. Positività: quindi la giusta carica nel fare e nel coinvolgere team di clienti/collaboratori con i quali si lavora.

Attenzione: Stai pensando di aprire il tuo studio di architettura?


Luigi Prestinenza Puglisi – PresS/Tletter

luigi-prestinenza-puglisi1) Specializzarsi e offrire un prodotto che sia utile, non in astratto, ma che risponda a una domanda effettiva.

2) Non accettare lavoro che comprometta l’immagine dello studio e, in caso di mancanza di lavoro, inventarselo.

Wright quando non sapeva cosa fare aprì una scuola di architettura e progettò Broadacre City.

3) Avere una persona che si cura a tempo fisso del marketing e gira, soprattutto all’estero, per trovare lavoro e uno che sta attento ai conti.

Io dico sempre che servono tre soci: uno che sta in salotto (fa il marketing e la comunicazione) , uno che sta in cucina ( gestisce la qualità progettuale)  e uno che sta attento al bilancio familiare ( gestisce lo studio  e i conti).


Massimo Cassibba – Massimo Cassibba Ingegnere

massimo-cassibbaI miei tre consigli su come aprire uno Studio di Architettura sono:

N. 1 Il più importante: sii uno “specialista”.

Per giungere presto a regime uno studio tecnico non può essere carente della professionalità che distingue uno specialista da chi offre un servizio standard.

N. 2 Sii trasparente.

Sii chiaro su ciò che SAI/PUOI fare. Il cliente deve essere al corrente dell’iter che segue il progetto o la singola pratica.

In questo modo, sarà cosciente che ogni attività del tecnico è tesa a tutelare il Committente evitando spiacevoli sorprese.

Questo si traduce in una maggiore serenità del cliente, che diventa il “passaparola” che produce nuovi incarichi.

N. 3 Rapidità di esecuzione.

Più si allungano i tempi di consegna, maggiore è il malcontento del Committente e aumentano i (tuoi) costi.

Dal punto di vista commerciale, domanda e offerta devono sempre essere seguiti a stretto giro dai risultati.


Massimo Pica Ciamarra – Pica Ciamarra Associati

massimo-pica-ciamarraCerto però sono domande strane, specie in Italia e nel 2016!

Con il rischio di essere pedante, provo a dare i miei consigli su come aprire uno studio di Architettura e trovare buoni committenti.

1. Organizzarsi in forma interdisciplinare, a pieno tempo, cioè con effettiva comunanza di impegno ed interessi di tutti, forse anche costruendosi una rete di “consulenti” esterni.

Il progetto deriva da azioni di squadra. Non solo quindi da intrecci di punti di vista diversi, ma anche da competenze distinte che, grazie ad un’acuta regia, riescono a costruire e condividere una visione comune.

2. Costruire progressivamente l’identità dello Studio e determinare vivaci occasioni di scambio e di comunicazione. Non si improvvisa, non si apre uno Studio partendo dal nulla. Occorre fondarlo anche su pluralità di esperienze, preferibilmente condotte in contesti differenti.

3. Committenti di qualità? Rari, come i progettisti di qualità. Rari quelli pubblici (e non si possono trovare, se non selezionando con competenza ed attenzione i concorsi sui quali impegnarsi), rari quelli privati (e qui soccorrono la fortuna e “il Cigno nero” di Nassim Nicholas Taleb)


Massimo Russo – Massimo Russo Architetture

massimo-russoPremetto che la valutazione di aprire uno studio professionale è spesso strettamente legata a situazioni e considerazioni estremamente personali.

Non è per niente scontato che questa possa essere la soluzione alla legittima aspirazione ad un buon reddito.

Provo ad immaginare quali possano essere i “tre consigli” che mi sentirei di dare ad un mio giovane amico.

1) Prima di tutto, partire con una serie ben precisa di “auto incarichi” rispetto a quello che si pensa possano essere le potenziali richieste di mercato, ad esempio case monofamiliari o scuole, e sviluppare ottimi progetti (non molti) con una altrettanto ottima rappresentazione con immagini e plastici.

L’esperienza dell’ auto-incarico è un esercizio fondamentale sia per poi promuoversi con sito internet, brochure ecc. , ma risponde a mio avviso ad un esigenza fondamentale di ricerca di un proprio linguaggio.

Credo più all’auto-incarico che al concorso come vera occasione di ricerca , in quanto spesso, considerando i tempi ristretti, nel concorso si applica ciò che preventivamente si è maturato.

2) Leggere molto e rimanere attenti a tutte le novità culturali, seguire con interesse il mondo della critica .

E’ fondamentale affermare una “supremazia “ culturale sul cliente per sfoggiarla al momento giusto, anche con battute ironiche per affascinarlo, o stroncare sul nascere giudizi da bar dello sport dei soliti consigli dell’amico o dell’ultimo arrivato.

3) Purtroppo prima di trovare un committente in assoluto di qualità bisogna riuscire a lavorare con clienti non proprio eccellenti.

Credo che, oltre a lavorare sul progetto, sia necessario investire e lavorare anche sul cliente.

A noi la sfida di trasformare un committente “normale” in cliente di “qualità.


Matteo Rivolta – Rifra

matteo-rivoltaCiao Gabriele, i tre consigli che mi sento di dare su come aprire uno studio di Architettura e trovare buoni clienti sono:

  1. studiare ed essere esperti di marketing, vendita e pubbliche relazioni;
    Oggi non basta più essere degli ottimi professionisti per attirare clienti, ma bisogna sapere comunicare le proprie abilità ad un target ben specifico di clienti.
  2. Identificare una macro categoria, creando un marchio (sconsiglio di chiamare lo studio con il proprio cognome), in modo che sia scalabile o cedibile, in eventuali sviluppi del business.
  3. specializzarsi in una nicchia di mercato ben definita, comunicando ai potenziali clienti il vantaggio di lavorare con il proprio studio.

Più si è specifici, più si sarà percepiti come specialisti ed esperti.

Più si è generalisti, più viene persa la percezione del proprio posizionamento, rischiando di annegare nelle migliaia di proposte simili già presenti sul mercato.

Per entrare in contatto con me, lascio il mio contatto Linkedin


Sabrina Lanza – Interior Be

sabrina-lanzaNonostante la crisi, il mercato italiano nell’interior design rimane estremamente potenziale e promettente; restiamo dunque fermamente convinte che è necessario adoperarsi per educare sia gli utenti che i professionisti alle nuove soluzioni che il web 2.0 offre.

Ci sentiamo di dire che “l’architettura è per tutti” e nell’epoca della sharing economy ci vogliamo rivolgere agli appassionati del “mass market” e vogliamo intercettare l’interesse di tutto il pubblico di internet allineandoci sul terreno delle nuove tecnologie.

Sulla base della nostra filosofia i 3 consigli che dunque mi sentirei di dare a chi si appresta ad aprire oggi uno studio sono questi:

1) innovazione: nell’approccio alla libera professione,a partire, per esempio ,dalla scelta dallo spazio dove si decide di lavorare. Si stanno sempre più diffondendo spazi innovativi condivisi come i co-working: ambienti giovani, poco costosi, improntati sulle nuove tecnologie, un nuovo stile lavorativo che coinvolge tipicamente professionisti indipendenti fra di loro ma che condividono valori e dove si possono creare interessanti sinergie lavorando a contatto con persone di talento.

2) differenziazione: nella tipologia di offerta del servizio da dare al cliente, cercando di distinguersi rispetto a quanto presente sul mercato tradizionale.

3) promozione: abbandonare l’idea che i clienti possano arrivare unicamente con il vecchio buon “passa parola” ed imparare a sfruttare i nuovi canali e le nuove tipologie di promozione 2.0, attraverso il web e i social network, comunicando in modo nuovo con i potenziali clienti.

InteriorBe sta crescendo e lavorando proprio per aiutare la Community di architetti italiani a promuoversi e a lavorare in modo innovativo.

Per i professionisti che fossero interessati a scoprirne di più e ad entrare a far parte della nostra community selezionata, invitiamo a collegarsi a questo link.


Adesso è il tuo turno

Se lo avessi chiesto A TE, quali 3 consigli daresti ai tuoi colleghi per aprire uno studio di Architettura e trovare committenti di qualità?

Fammelo sapere lasciando un commento qui in basso!

P.s. Se stai pensando di aprire il tuo studio di architettura allora assicurati di aver scaricato (e usato!) la mia personale checklist…

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8 commenti su “Come aprire uno studio di architettura e trovare committenti di qualità?”

  1. 1) Cercare di focalizzare interessi e possibili sviluppi
    2) Non scoraggiarsi e pensare sempre a dare una immagine quanto più positiva di sè
    3) Rimanere in gruppo tra colleghi e professionisti e ricercare il costante aggiornamento

  2. Pingback: Italia troppi Architetti: scopri come emergere grazie a un forte brand

  3. Pingback: 5 libri sul business che ogni architetto freelance dovrebbe leggere - ArchitettiFreelance

  4. Ciao Gabriele, innanzitutto Grazie! Ho fatto un pieno di Belle Idee di colleghi che evidentemente hanno molto da insegnare….un paio mi hanno folgorato e mi salverò questa mail per rileggerla!!
    Dunque, ora forse è più difficile dire la mia, ma ad ogni modo ci proverò.
    1) sulla mia esperienza, lo sto proprio testando…attiri più clientela se ti specializzi su un settore ben definito, (anche se nel mio caso, saper fare più cose mi ha permesso di sopravvivere in momenti duri per il mercato)
    2) delegare le competenze a colleghi specializzati x fare sinergia e non fare brutta figura col cliente esigente
    3) ma che è un consiglio anche x me, poiché non lo sto attuando, ma ci arrivo: investire tempo sul marketing
    Ciao! Buona giornata

    1. Ciao Anna, scusa ma il tuo commento mi era completamente sfuggito! Grazie mille del tuo feedback, trovo i tuoi consigli fantastici 🙂 ti auguro il meglio del meglio. Buon marketing!

  5. Possiamo progettare lo studio al meglio, ma se non abbiamo un mercato non serve. È sbagliata la contrapposizione tra indirizzo generalista e indirizzo specialistico. Si puó ottenere la necessaria flessibilità costruendo un team di specialisti coeso ed efficace, nonchè rendendo evidente il ruolo di coordinatore leader. Le opportunità sono differenti in ogni stagione e solo la mutualità reciproca consente di adattarsi al mercato. L’identità delli studio puô essere rappresentata dai fattori comuni che sovrastano le singole competenze. Noi abbiamo individuato il messaggio:”riflettere, decidere, comunicare”. Alla base di tutto c’è la capacità di sostenere un’iniziativa economica del cliente.

    1. Ciao Riccardo,

      in questo articolo non vedo una contrapposizione tra indirizzo generalista e specialistico. I colleghi che hanno risposto alle domande hanno semplicemente condiviso la loro esperienza in termini di comunicazione e marketing per attirare clienti. Poi, la questione di come strutturi lo studio non è oggetto di questo post 🙂

      Grazie per aver condiviso il tuo pensiero. A presto!

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