Ogni tanto mi fanno delle domande davvero pazzesche.
Ad esempio questa:
“Cosa dovrebbero fare gli Architetti per rendere davvero l’Italia un posto migliore?”
Non pensavo che avrei avuto voglia di rispondere, ma poi … perché NO?
Se vuoi conoscere le mie 7 idee per migliorare l’Italia, a partire dalla professione di Architetto…
Ascoltale cliccando su PLAY (il triangolo bianco a sinistra).
Se preferisci leggere, ecco la versione scritta.
1. Rispettare i colleghi
Per prima cosa bisogna imparare a rispettarsi tra colleghi. Abbiamo tutti idee diverse sulla gestione di uno studio, di una commessa. Ognuno ha il suo modo di gestire la clientela e il progetto.
Eppure il lavoro degli altri non andrebbe mai denigrato. Mai. Il rispetto va esteso anche ai colleghi e ai collaboratori. Se hai un tuo studio, circondati di persone valide e cerca di creare un ambiente sereno.
Prima di pretendere il rispetto, preoccupati di dare il buon esempio.
2. Smetterla di celebrare sé stessi
I premi di Architettura vengono sempre dati da Architetti ad altri Architetti. Le feste di Architettura sono organizzate da Architetti per Architetti. I seminari di progettazione urbana sono pieni di urbanisti.
Se gli architetti vogliono veramente che le persone si appassionino all’architettura, allora dovremmo aprire le porte al mondo là fuori. Internet, ad esempio, è un mezzo per comunicare. Perché allora limitarsi al proprio sito-vetrina, in cui facciamo vedere i nostri progetti e basta?
Perché i nostri social network parlano sempre di NOI, NOI, NOI, NOI…invece di usare un linguaggio semplice e offrire valore agli altri, senza necessariamente chiedere in cambio nulla.
Smettere di auto-celebrarsi significa, per esempio:
- rivolgersi al tuo pubblico
- capire di cosa hanno bisogno le persone
- aiutarli a soddisfare le loro esigenze con servizi specifici
usando gli strumenti giusti, nel modo giusto.
3. Evitare l’approccio aziendale alla progettazione
Avere un approccio aziendale alla progettazione significa “progettare per i soldi”, che è esattamente il contrario dell’ “avere una missione”. E’ chiaro che uno studio di Architettura esiste per fatturare, non è un’associazione culturale.
Il fatto è che se hai una missione, gli obiettivi aziendali dipendono da questa, e non il contrario. Se la tua missione è “aiutare le persone ad avere una casa salutare grazie alla bio-architettura”, allora tutte le strategie aziendali, dal marketing all’economia della tua attitivà, vanno pianificate per sostenere questo scopo.
Al contrario, NON avere una missione chiara è defocalizzante, ti farà prendere tutti i lavori che capitano, non saprai quando accettare un incarico e quando è meglio rifiutarlo.
4. Avere un approccio aziendale alla gestione dello studio
Avere un approccio aziendale alla gestione dello studio di architettura significa avere sotto mano “i numeri” per capire se la tua missione è sostenibile, a livello economico. Questo, ovviamente, vale anche se sei un libero professionista.
Un’azienda ha bisogno di un piano finanziario, ma anche di un piano marketing. Come fai ad acquisire clienti? Hai pianificato delle strategie di crescita? Quanto pensi di incrementare il fatturato il prossimo anno? Come intendi farlo?
Se non hai una risposta a queste domande, allora probabilmente NON hai progettato bene la tua attività in ogni dettaglio.
Uno studio di architettura, per quanto grande o piccolo sia, è come un edificio. E tu sai cosa succede quando un edificio viene progettato male o in maniera approssimativa, vero?
5. Pensare all’architettura come il mezzo, non come il fine
Aprire uno studio di Architettura perché vuoi fare architettura non è una buona idea.
Come glielo spieghi a un cliente che il tuo obiettivo è realizzare case che piacciono A TE?
Affinché l’architettura torni ad avere un ruolo centrale, gli architetti si debbano impegnare ad usare l’architettura per risolvere problemi REALI delle persone, e non per esprimere sé stessi.
E’ chiaro, poi, che nel risolvere quei problemi specifici ognuno usi un certo grado di personalità e creatività. Io e un altro marketer, non risolviamo i problemi allo stesso modo, ognuno fa leva sui propri punti di forza.
6. Avere una visione (e imparare a dire no)
Avere una visione è fondamentale per stabilire il percorso di crescita che devi fare per la tua attività. E’ ciò che ti guida in mezzo alle difficoltà, è il punto in cui devi arrivare.
Ad esempio, la mia visione di consulente di Marketing corrisponde più o meno a una frase:
un bravo architetto ha bisogno di un buon marketing.
Quando prendo delle decisioni e cerco qualcuno che mi aiuti, lo faccio sempre pensando che lo scopo ultimo è quello di riuscire ad aiutare più architetti possibile a migliorare la propria comunicazione.
So bene che più architetti riuscirò ad aiutare, più guadagnerò.
Più guadagno, più posso concentrarmi a curare il blog, assumere collaboratori sempre più bravi, investire.
7. Avere più coraggio
Conosco architetti che hanno paura a:
- rinunciare a incarichi che non gli piacciono
- fare qualcosa di nuovo
- mettersi in proprio
- aprire un blog ed esporsi al pubblico, per via delle critiche degli altri
- lasciare un posto di lavoro
- andare all’estero
- lasciare lo studio “storico” in cui lavorano, che non gli dà più stimoli, ed accettare un’offerta nuova
Per quanto mi riguarda una delle cose che per molti anni mi è mancata, è stata il coraggio. Eppure, tutte le volte che ho scelto di fare qualcosa di coraggioso, mi ha portato a cogliere i frutti più alti e le migliori opportunità che potessi sperare.
Avere più coraggio significa spingersi un po’ più in là, credere in sé stessi e accettare di sbagliare, perché fa parte del gioco. L’unico modo per non sbagliare è quello di rimanere dove sei, trovarsi un posto più o meno sicuro.
Renzo piano dice che…
L’essenza dell’architetto è lo spirito di avventura
Cioè esattamente l’opposto di chi teme il cambiamento.
Se oggi non sei esattamente nella situazione che desideri, se ti mancano stimoli positivi per crescere, indipendentemente dalla tua età, da quanto guadagni, dalle tue responsabilità…
Abbi il coraggio di cambiare, di essere criticato, giudicato, e di fare quello che gli altri non fanno.
Un’idea EXTRA…
La tua professione è a rischio. Inutile continuare a negarlo.
Nel mondo di oggi, così altamente competitivo, non è più sufficiente essere “i migliori” per riuscire ad ottenere un posto di lavoro, un incarico o un nuovo cliente.
Essere “il migliore” NON ti garantisce compensi alti, visibilità, prestigio che meriti.
NON riesci a comunicare bene il tuo valore, con i mezzi giusti, alle persone giuste? Allora è probabile che il tuo talento andrà sprecato.
Ma se credi davvero che quello che fai sia utile e prezioso per i tuoi clienti, allora hai l’obbligo morale di cercare soluzioni per servirli in ogni modo possibile.
Del resto…
…sei circondato da soluzioni semplici, ovvie, che possono aumentare spaventosamente il tuo reddito, il tuo potere, la tua influenza sul mondo e il tuo successo.
Il problema è, semplicemente che non le vedi.
Jay Abraham
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Gabriele Tontini architetto
Ottimi consigli, diciamo che il punto 6 però è un pò una nota dolente, pochi eletti possono dire di no, perchè per la maggior parte di architetti al giorno d’oggi , vista la crisi lavorativa del settore e le poche commesse, non si può permettere di dire di no ed è costretto ad accettare anche incarichi non desiderati.