Archistar: cosa c’è dietro il successo delle Stelle dell’Architettura?

Essere una Archistar è certamente il sogno di molti architetti.

Forse anche il tuo. O magari anche no. Beh, che lo sia o meno, poco importa, perché non è questo il vero nocciolo della questione.

Se sei un architetto, un professionista e hai il tuo studio, allora sappi che in questo articolo parleremo di Archistar per un motivo molto preciso: essere solo un architetto oggi non basta. Non basta più.

Il mestiere dell’architetto è tramontato.

Finito. Deceduto. Morto stecchito.

So che è brutto sentirselo dire, anche a me fa venire i brividi e a volte vado a piangere e tiro i pugni contro al muro della mia triste cameretta.

Ma questa è la cruda realtà, e la realtà, ad un certo punto, la dobbiamo affrontare là fuori. Prima ce ne rendiamo conto, prima ci svegliamo, prima riusciremo ad evolverci per salvare il mondo dalla bruttezza infinita che ci circonda.

In Italia ci sono troppi architetti. Tutti terribilmente uguali e tutti terribilmente noiosi. Annoiamo la gente.

A nessuno interessa cosa fa un architetto.

Non oggi, non più. Non nel terzo millennio.

A nessuno interessa sentirsi raccontare quanto hai studiato, quante competenze hai acquisito negli anni, tra quanta burocrazia sai districarti e destreggiarti ogni singolo giorno, per portare a termine con successo i tuoi progetti e rendere soddisfatti e felici i tuoi clienti.

Per costruire o ristrutturare le loro case, uffici, palazzi, scuole o intere città.

Che funzionino, rispondano puntualmente a tutte le normative di settore e, allo stesso tempo, migliorino la qualità della vita delle persone.

A nessuno interessa sapere quanto siamo bravi a restaurare e conservare il patrimonio storico e artistico più vasto e stupendo dell’intero Pianeta.

Che potrebbe, da solo, rendere l’Italia il paese più ricco e potente del mondo, se solo ci interessasse davvero farlo.

A nessuno interessa sapere che abbiamo le capacità di rendere le nostre case e le nostre città più efficienti, per evitare che tra 50 anni i nostri figli si ritrovino completamente bolliti e intossicati di Co2.

Costretti a trasferirsi su Marte per evitare la morte certa (sperando che Elon Musk nel frattempo sia riuscito a colonizzarlo).
No. A nessuno interessa questo.

Perché?

Perché non lo sappiamo fare, in realtà. Perlomeno non sappiamo farlo bene.

Ed è questo, invece, ciò che fanno le Vere Archistar

Essere Archistar, infatti, non è un magico dono piovuto dal cielo così, per caso.

Su Wikipedia, infatti, compare definizione di Archistar che a mio avviso non rende loro piena giustizia.

Con il neologismo archistar ci si riferisce, in epoca contemporanea, ad un architetto molto famoso che, come i personaggi dello show business, è al centro dell’attenzione pubblica per i propri progetti caratterizzati da una certa spettacolarità ma anche per gli aspetti più mondani della sua attività, e il cui nome diventa spesso un vero e proprio marchio.

Quindi, da quel che leggo qui, capisco che le archistar sono architetti famosi perché fanno progetti spettacolari e che, allo stesso tempo sono bene inseriti nell’ambiente mondano della società. E sono diventati quindi dei marchi riconosciuti.

Beh, sì, è giusto ma…a mio avviso le archistar sono molto, ma molto di più.

Sono delle vere stelle. Stelle che brillano nella notte. Punti di riferimento indiscussi, nel bene o nel male.

Le Archistar meritano più di una semplice definizione. Meriterebbero tutte, come minimo, una stella sulla Walk of Fame. E anche quella non basterebbe.

Oltretutto, questa definizione, non ti spiega che cosa c’è dietro la fama delle archistar.

Ti fa capire solo il risultato, senza mostrarti il percorso che hanno fatto per raggiungerlo.

Cosa c’è quindi dietro al successo planetario delle archistar?

Le archistar, innanzitutto, hanno una missione ben precisa in testa. Hanno le idee chiare, insomma.

E hanno imparato che, per portare a termine la loro missione con successo, stare lì a piangere e lamentarsi non è per niente un buon piano.
Bisogna mettersi lì e farlo. Quello è l’unico modo.

Ma, allo stesso tempo, sono anche consapevoli del fatto che realizzare i loro obiettivi non sarà una cosa così semplice.

Non è che lo puoi fare così, da un giorno all’altro. Non senza avere un piano preciso.

Ed è per questo motivo che, prima di tutto, hanno costruito delle macchine.

Hanno costruito nel tempo le macchine del loro stesso successo. Che li hanno portati, di conseguenza, a raggiungere la fama e la popolarità, comodamente seduti al posto di guida.

Ma, prima di mettersi al volante, si sono messi lì, con sudore e passione, a realizzare la loro macchina perfetta. Bullone dopo bullone. In ogni minimo dettaglio. Senza lasciare nulla al caso.

E come è fatta la macchina delle archistar?

Per scoprirlo, basta andarsi a leggere le loro storie, personali e professionali.

Osservare non solo i loro progetti, ma tutto ciò che c’è li ha portati a diventare così famosi e riconosciuti non solo come architetti, ma come delle vere e proprie stelle.

Ed ecco quindi le 5 caratteristiche principali delle archistar.

1. Le Archistar hanno una comunicazione potente

Le archistar sono, prima che grandissimi architetti, dei bravissimi comunicatori.

La loro comunicazione è potente, ti arriva dritta al cuore. Nel bene o nel male.

Che ti piacciano i loro progetti o meno. Che tu sia d’accordo con quello che dicono o meno.

Ciò che comunicano sconvolge. Divide intere fette di popolazione, tra chi è contro e chi è a favore. La loro comunicazione fa parlare, riflettere, pensare.

La loro comunicazione trasuda messaggi potenti, che trovano la loro massima espressione nei progetti che realizzano.
E da qui arriviamo alla caratteristica numero due.

2. Ogni Archistar ha una propria identità progettuale

Le archistar non scopiazzano movimenti, stili o idee di qualcun altro. Loro creano i movimenti. Li fondano per primi.

Pensa alle sinuosità di Zaha Hadid o alla plasticità di Santiago Calatrava.

Gli architetti considerati archistar sono dei veri e propri inventori. In alcuni casi magari non inventano niente di effettivamente “nuovo”, o si limitano ad innovare.

Ma, in ogni caso, reinterpretano, fanno loro alcuni linguaggi, rileggendoli e riproponendoli in una chiave unica, molto chiara, specifica e diversa.

Una chiave che può risolvere un problema molto specifico nella società in cui si ritrovano a vivere.

In questo modo, sviluppano la loro terza caratteristica.

3. Le Archistar hanno un forte personal brand

Questa loro unicità, forte identità personale e progettuale, insieme alle loro doti di comunicazione, li ha portati nel tempo a sviluppare un forte personal brand.

Il personal brand è qualcosa di difficile da definire. E’ insieme l’unicità di ciò che fanno e di come lo comunicano.

E’ ciò che, alla fine, ci fa confondere il marchio, la definizione, l’edificio (nel caso dell’architettura) con l’archistar che lo ha realizzato.

Ad esempio, se ti dico High Tech, che cosa ti viene in mente? Prima di una definizione, prima di un movimento, prima di un edificio in particolare, prima del Pompidou Centre, ti vengono in mente Renzo Piano o Richard Rogers.

Oppure, ti vengono in mente tutte queste cose contemporaneamente.

La definizione, il movimento, l’innovazione che è stata portata nel campo dell’architettura con il Pompidou di Parigi, si confonde con le archistar che lo hanno realizzato.

Diventano una cosa sola.

Passiamo quindi all’ulteriore caratteristica delle grandi archistar.

4. Le Archistar hanno il coraggio di andare controcorrente

Ricordi quando Frank Gehry scandalizzava il mondo con la sua frase…

Today’s architecture is “pure shit”

(traduzione: l’architettura di oggi è “pura merda”)

Per essere una archistar ci vuole indubbiamente coraggio.

Archistar frank gehry

Photo by Paul Morigi, Courtesy National Building Museum

Il coraggio di essere diversi, di fare e dire qualcosa di diverso, di comunicare un messaggio che esce dal coro. E, di conseguenza, di prendersi anche i fischi e gli insulti da chi è abituato a pensare diversamente.

Ma anche ovazioni, premi, riconoscimenti. E di farlo, giorno dopo giorno, con passione e determinazione.

Perché in fondo, la missione delle archistar non è altro che quella di rendere il mondo un posto migliore, attraverso la loro architettura.

Ma, visto che detta così, non interesserebbe appunto nessuno, annoierebbe tutti a morte, hanno sviluppato la loro quinta, fondamentale caratteristica.

5. Essere Archistar significa avere un marketing efficace

Per portare a termine la loro missione, si avvalgono di un marketing efficace.

Le archistar trasmettono i loro messaggi attraverso diversi strumenti di comunicazione. Per fare in modo che arrivino a più persone possibili.

Fino al secolo scorso lo facevano attraverso le riviste, i giornali, la radio, la tv, o le grandi esposizioni e mostre internazionali di architettura.

Oggi continuano a farlo, ma hanno iniziato a utilizzare anche i loro siti internet e i social network.

Che sono gli strumenti di comunicazione di oggi. Di questo millennio.

Beh, se anche tu vuoi diventare un punto di riferimento nel tuo settore, devi imparare innanzitutto ad utilizzare questi strumenti al meglio.

Se risolvi un problema specifico per le persone, impari a differenziarti dalla massa e a comunicare il tuo valore al meglio, anche tu puoi costruire la macchina del tuo successo.

Una macchina che lavori al posto tuo, che viaggi praticamente da sola, mentre tu non dovrai fare altro che reggere il volante, indicandole la direzione da seguire.

Anche tu puoi diventare una vera archistar della tua nicchia, iniziando da questa guida che ti mostra come utilizzare i social network e trovare più clienti, senza dover puntare su conoscenze o passaparola.

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3 commenti su “Archistar: cosa c’è dietro il successo delle Stelle dell’Architettura?”

  1. Frase da incorniciare: “A nessuno interessa sentirsi raccontare quanto hai studiato, quante competenze hai acquisito negli anni, tra quanta burocrazia sai districarti e destreggiarti ogni singolo giorno, per portare a termine con successo i tuoi progetti e rendere soddisfatti e felici i tuoi clienti.”
    Complimenti per l’articolo Caterina!

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